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12/1/2018

Fiducia

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Mi fido di te
Mi fido di te
Cosa sei disposto a perdere? (Jovanotti) 

CliIn ogni modello di coaching esistono principi, fasi, abilità che vengono proposte nella formazione e che diventano parte integrante del modo in cui il coach si propone.
Il Coach aderisce ai principi e ne tiene conto in ogni fase e/o attività che sia in relazione alla propria coaching experience. E la Fiducia per un coach è credere nelle qualità della persona alla quale si sta facendo il coaching.
Si tratta di praticare il credere relativo alla certezza che il cliente/coachee è capace, creativo, saggio e ben intenzionato. La fiducia a cui aderisce il coach in questo senso, mira a dare potere al cliente/coachee, o meglio ancora, a offrire la possibilità al coachee di riscoprire il proprio potere. La risorsa primaria è il cliente, nella sua unicità - interezza, nella sua esperienza e nelle sue abilità, in quanto ognuno di noi ha già tutto ciò che consente di poter apprendere e dunque cambiare. I clienti/coachee sono la fonte primaria di intelligenza e capacità in relazione alla loro situazione.
 
Anche nella mindfulness ci sono dei principi, o per meglio dire dei pilastri a cui fare riferimento in ogni momento del proprio stato di cammino di pratica, sia essa all’inizio e quindi ai primi passi, sia essa stabile e facente parte oramai della propria vita. E tra i pilastri o, come li definisce Kabat Zinn nel suo libro Vivere momento per momento, i fondamenti della pratica di consapevolezza,  … ecco la fiducia.
Fiducia: sviluppare fiducia nella propria esperienza e nel proprio sentire è parte integrante della attività della pratica della meditazione. In primo luogo, la pratica è esperienza, ovvero nessuno potrà “offrirci” una formula magica o un kit di istruzioni precise su ciò che c’è da fare e sul come ci si deve sentire quando si pratica. Non vi sono tecniche da “imparare”. La pratica semplicemente “è”. Come riporta Kabat Zinn, praticando la consapevolezza , si pratica anche una assunzione di responsabilità, quella di essere noi stessi e di riscoprire l’ascolto e la fiducia nel nostro “essere”, esattamente come siamo in questo momento.
Fiducia. E’ straordinario pensare che è una scelta da sostenere, non è solo e sempre un sentire spontaneo, non una legge alla quale dichiarare di aderire, nascondendo a noi stessi e agli altri le nostre violazioni ad un principio... Non è dunque un gesto/un moto dell’animo privo di intenzione, questo avere fiducia, in se o negli altri. Il suggerimento che si offre ai praticanti che si trovano nelle loro prime esperienze è proprio… se senti venire meno la fiducia nella pratica, prova semplicemente a … osservare la non fiducia. E continua a praticare.
 
Penso che un coach possa utilmente far suo questo suggerimento. Può essere normale dunque “non sentire fiducia” nel coachee? O si, è umano. Potrà capitare proprio durante la sessione, o magari pensando al nostro coachee nel momento più impensabile o magari perché stiamo per incontrarlo, o dopo averlo incontrato. La cosa importante è, nella consapevolezza di questo “sentire”, scegliere in ogni momento di osservare e di onorare questo nostro sentire per poi, con intenzione, esprimere con parole, gesti, domande, metafore o semplicemente con i nostri pensieri di nuovo e sempre FIDUCIA.
E’ la pratica della consapevolezza del nostro essere – sentire che apre la porta alla possibilità, sempre presente, di scegliere la fiducia, osservando gli effetti che questa ha su di noi e … sul nostro coachee.
Buona pratica a tutti !cca qui per modificare.

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